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Brandolin (Opi Trieste): “Visite nei giorni festivi proposta plausibile, ma con quali risorse?”

“Contenere le liste d’attesa è fondamentale per dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini, ma è anche necessario tenere conto delle carenze di personale irrisolte nel sistema sanitario del territorio”. Lo afferma Cristina Brandolin, presidente provinciale dell’Opi, Ordine delle professioni infermieristiche di Trieste, nel commentare la novità della legge nazionale che prevede un’offerta potenziata per tagliare i tempi delle prestazioni. “L’allargamento di visite ed esami anche in orario serale e nei fine settimana è senz’altro una idea plausibile – dice Brandolin –, ma dobbiamo tenere conto del problema irrisolto e gravoso delle risorse umane. E’ nota l’emergenza determinata dalla carenza di professionisti del nostro profilo anche nel nostro territorio e la difficoltà che ne consegue nel compensare il “tunover” nelle principali aziende sanitarie, inoltre parliamo di professionisti con un’età media che si aggira sui 50 anni e con percorsi di 25 o 30 anni di attività professionale continuativa alle spalle. Bisogna quindi capire come attuare una riforma così ambiziosa, tenuto conto che da qualche tempo la grave crisi in corso nel mondo sanitario sta rendendo meno attrattiva la professione infermieristica anche per i giovani che iniziano ad orientarsi nel mondo del lavoro”. Altro tema quello degli incentivi: «E’ chiaro che servirà anche uno sforzo economico per sostenere un aumento delle prestazioni a carico di persone già sottoposte a carichi gravosi per un lavoro che da moltissimi nostri iscritti viene considerato a ragione usurante”. A monte, conclude Brandolin, “resta il problema di rivedere l’intero modello del sistema. Solo superando le misure emergenziali e promuovendo un’organizzazione che riconosca pienamente nelle sue diverse articolazioni i percorsi e l’autonomia dei professionisti, nel contesto di una regione con richieste di salute sempre più elevate e complesse, si potrà rendere più attrattivo il contesto lavorativo, anche per i nostri giovani”.